Eravamo noi due li in quell’istante.

Eravamo noi due li in quell’istante.

Un istante in cui le nostre strade si incrociarono, in quella squallida cucina di periferia, dove l’acciaio non aveva più quel luccichio e si era spento, e il pavimento aveva una costellazione di pois di mille utensili scivolati per le mani scporche di grasso. Quelle luci fredde al neon che ti faceva sembrar d’ essere dentro un acquario senza cloro da tempo. Stavi prendendo delle pentole in alto, dove io nemmeno ci arrivo, con quelle gonnelline di periferia, e quegli stivaletti comprati al mercato.

Ti guardai il culo e mi incantai li.

Pensai come volessi osare nella vita ma stavi dentro un mondo che ti aveva vestito così pettinato così, ti aveva dato quel ruolo e quel personaggio da interpretare, ero li incantato a guardarti il culo quando successe tutto.
Mi ritrovai in macchina a fumare una canna con te, ti parlai ti raccontai chi sono, ti raccontai i miei sogni, ti dissi che avevi un bel profilo ti feci uscire dal baule.
Poi tutto ad un tratto eravamo seduti fuori al bar e ci baciammo, un bacio lungo e appasionato, forse non era un bar forse era una panchina, e la panchina si trasformò nel letto.
Un letto a righe fuxia e gialle, con vestiti sparsi ovunque, in mezzo ai vestiti c’erano dei ricci, dei bei ricci, eri riccia non me ne ero accorto, e due grandi occhi chiari, stavo bene li in quella camera azzurra e di legno sarei rimasto li per sempre, ma di nuovo mi trovai in un nuovo scenario.
Eravamo a Londra su una miuscola stanza con un minuscolo letto, con una finestra dal vetro sottile come carta dove il freddo provava ad entrare facendo cigolare quella finestra, ma la musica di sottofondo copriva ogni rumore. Io ero più abbronzato e tutti i colori erano molto più brillanti di come li avessi mai visti, Londra me l’ero sempre immaginata grigia invece era coloratissima.
Per un istante mi sono chiesto come cazzo facessi ad essere finito li, cioè ci pensavo e non mi veniva in mente come ero finito li, ma perchè farsi delle domande stavo bene e volevo che durasse per sempre. Ogni volta che cercavo di fissare quell’istante e lo riconoscevo spariva, e tutto d’intorno ad un tratto ero da un’altra parte. Mi ci stavo abituando a questi salti a queste amnesie, e da Londra mi ritrovavo ad un party a Zurigo, poi su una villa al mare con piscina, poi su un scialet di montagna in mezzo al niente nudi su un letto all’aperto.
Su una piscina dall’acqua calda all’aperto con la neve.
Su un divano davanti al caminetto a fare l’amore.
In mezzo alla neve fresca a fare snow con gli impianti spenti.
E ogni tanto mi chiedevo chi pagasse tutto questo, mi chiedevo come arrivavo da un posto all’altro, mi dicevo starò diventando pazzo, però mi andava bene così, insomma perchè porsi delle domande troppo complicate quando si sta bene spegni il cervello e goditi il prossimo momento prova ad afferrare quell’istante senza essere catapultato su un nuovo posto.
E poi di nuovo un nuovo risveglio a Berlino, almeno credo che fosse Berlino perchè ero su un campo con la mia piccola roulotte con un sedile per colore, quella città in lontanaza con quelle mostruose gabbie per uomini, e quella città che credo fosse Berlino era davvero strana, non la immaginavo così Berlino, era incorniciata tra un cielo azzurro sulla parte più alta, nel fondo ci stava un campo di spighe gialle paglierine come si vede in quell dell’italia, e a destra e sinistra ci stava un albero. Vi giuro mai immaginato che Berlino fosse cosi, ecco stavo per sentire ancora quella sensazione di arrivare a ad afferrare quell’istante, mi dicevo questa è la volta buona, ma sapevo che mi sarei risvegliato in un nuovo letto, con un nuovo taglio di capelli e un nuovo disegno colorato in testa, per lei dei vestiti tutti diversi, sarei andato in qualche nuova città o forse avrei dormito sul mio letto con delle pareti di un colore diverso da quelle che realmente sono le pareti di camera mia.
Mi ci stavo abitando e cominciavo a capire, sentivo che mi stavo perdendo qualcosa, e allo stesso tempo però non volevo finisse, ci avevo preso gusto ogni giorno così diverso, ogni giorno così reale, sulla cima di una montagna, dove disegnai un cuore su un albero, una scritta sul muro di Berlino, una foto davanti il muro di John Lennon Praga, e ogni volta sempre più strano sempre più diverso da come poteva essere la realtà.
Una volta mi capitò di svegliarmi su un loft dove abitai qualche giorno, un bel loft pieno di quadri strani, gente che andava e veniva, il letto era proprio davantio alla porta di ingresso un lettone matrimoniale, dove si dormiva tutti , un sacco di sconosciuti e sconosciute , però c’era sempre lei, con il suo nuovo colore di capelli, dei vestiti diversi, una volta 70’s una volta pancabestia, una volta perfino elegante.
E così catapultato di ora in ora di giorno in giorno, chissa quanti altri posti son stato con quanti aspetti diversi mi son guardato allo specchio , quanti tagli di capelli e colori ho cambiato, quanti nuovi amici di sempre ho avuto.
Così tanti che ormai confondevo i ricordi e tutto era in disordine strano diverso come stare dentro un quadro di Dalì, quei colori pieni e brillanti le cose si deformavano e cambiavano colore forma come nella fantasia.
Uno degli ultimi posti dove sono stato mi sembra fosse un paese dell’est uno di quei paesi con tutto scassato , ma ogni tanto entravo su un ristorante e sembrava un localetto di Parigi ed entravo dentro un palazzo dove c’era un locale di Londra.
Una grande confusione, fu li che mi guardai allo specchio un giorno e mi dissi, sveglia Luca, apri gli occhi, Luca davvero non capisci. E vi giuro facevo finta di essere il più stupido del mondo , mi inventai di tutto per non capire, facevo finta di credere a tutto poteva passarmi un maiale volando e mi dicevo si bhe’ volare per un maiale cosa vuoi che sia se perfino mi ricordavo di averne avuto uno per amico!
Feci di tutto per non capire non poteva finire, dio non ero ancora riuscito a fissare quell’istante nella mia mente, non lo avevo ancora afferrato cazzo.
Ad un certo punto mi ritrovai di nuovo in quella cucina di priferia, in quell’acquario lurido con due lampadine che sembrava avere due lune sopra la testa, lei quella ragazza timida e indecisa si girò in quel momento vide che gli guardavo il culo, mi vergognai uscii, quella sensazione strana, era un sogno ma così reale cazzo da avermi perfino cambiato il carattere, ma doveva essere un sogno perchè,le cose, troppo strane accadevano, ok mi licenziai cambiai vita ed ogni notte quando mi stendo a letto spero di sognare di nuovo perchè la realtà è una sola ed è proprio dentro la tua testa.

Luca Pravato

le corse inutili

Le corse inutili all’ospedale

Cos’ha la testa che non va

La capacita di capire e non capire

Si sa nulla e nulla di più

Si crede e si spera come medicina al vuoto

Ma quando la medicina svanisce

Il buio ed un angolo che senti solo alle spelle, ti preme sulla schiena ,

Il soffitto che nn c’è si abbassa a schiacciarti…. Senza mai colpirti ma come una tortura ti ripete in continuazione che arriverà

Arriverà ed arriverà

L’ora dei saluti

Il silenzio e la certezza

Le parole si bloccano in gola ed ad un tratto ci si ricorda che esprimersi é un desiderio

Illusioni o certezze speranze

L’elastico della vita, ci si rende conto che nn é legato ad un cuore ad un nervo o al sangue che scorre nelle vene….. La fiamma e il nutrimento sta su uno spazio apparentemente vuoto… Lo spazio impalpabile della mente…. L’energia nasce da un momento che sta per arrivare e la morte non é l’atto ma lo stesso pensiero di essa…. Si può morire e continuare a respirare? Si può morire e continuare a morire… Ogni mattina o pomeriggio ogni volta che richiami il pensiero stesso della morte si materializza….

I pensieri e le osservazioni hanno un’era ben precisa…. Più ci si imbroglia e più si invecchia

Sana stupidità dove sei ad allietare i giorni e le ore…. Che ne dici di far visita alle menti distanti…. C’è qualcuno che ti merita e ti aspetta…. Dolce vuoto di pensiero sei atteso più di tutti i Platone del mondo.

[-.Degnerai’.-]

Degnerai questo racconto di un titolo,
degnerai il tempo di un racconto.

Darai trama e significato, darai giudizi e risposte
ai fatti ai segreti.

Degnerai un nome tanto intriso di lacrime e gioie,
lo degnerai di esistere, almeno nella memoria
lo onorerai con scelte e rivelazioni.

Degnerai il tempo di uno sguardo, lo ringrazierai di averti insegnato,
lo onorerai per ciò che ti è dato.

Non rinnegare tutti gli dei che sono accorsi a darti dei momenti,
degli istanti.

Degnerai la vita tutta e l’ intelligenza di
quell’istante di quel minuscolo tempo
di rivelazione, di espressione.

Potrai guardar in faccia non le persone ma
il destino e raccotar tutto ciò che senti.

Sai il destino non ha obblighi ne regole.

Degnerai di un pensiero concreto,
smetterai di prenderti burla e di donare silenzi.

Se si potesse rinchiudere il tutto in una teca di vetro,
vorrei poter ammirare anni e fatti sensazioni ed emozioni, vorrei
potessero essere ammirate ognuna con le proprie forme
esse splendide sia viola che azzurre,
splendide sia dolci che amare,
vorrei ammirarle con tutto il rispetto che esse necessitano.

Degnare e degnarsi, la più grande
forma di rispetto all’intelligenza.

Donare un istante e far due chiacchere
con quella strada che pesti, con quell’albero che tocchi
mentre cammini verso l’orizzonte,
in questo viaggio dove si urla verso il vuoto
e tutti ad attendere l’arrivo
ad attendere l’annunciato.
Poi li a guardarlo passare,le promesse di quell’istante
disdegnate da un’altro annuncio.

Una bugia non è quella che racconti a
qualcuno che presto ti smentirà, ma è
quella che racconti a te stesso, e che rieccheggierà
nell’aria a dar forma
ad un vortice azzardato
ad un istante sprecato.

Degnerai il buon nome delle buone cose
di veder le loro complementari.

Degnerai le persone di completezza,
farai la tua parte mettendo i tuoi colori nella tela.

Degnerai te stessa di un titolo di una
trama e di un finale, degnerai la tua
opera di profondità.

Degnerai questa musica di tutte le note
ma senza alcuna celare, la degnerai
di arrivare a scaldare il cuore
di chi con te l’ha creata.

Degnerai il rispetto di un cuore
degnerai il sorriso e il dolore,
piangerai le cose da piangere
e riderai le cose da ridere.

Degnerai la vita tutta,
la degnerai nella tua memoria
e in nome di una bellissima e struggente sconfitta.

Parlerai, penserai, piangerai e sorriderai
a tutte le vibrazioni del mondo.

Lo strumento più bello è il
più sincero, colui che da solo può
colui che scrive dipinge e suona, colui
che come un albero di sole si nutre
e di ombra si degna.

L’ombra dei due o l’una, il nome è un’altra storia,
la degnerai di uno sguardo e di una carezza
ancor prima di abbandonarla.

Avrai il coraggio di vivere quella separazione
con gli occhi tutti a guardare uno
splendore, ti avvicinerai sussurrerai
una parola che da sola riassume l’universio in
un atomo e la lascerai andare
ma senza mai distogliere lo sguardo
senza nascondere un’emozione

la degnerai dei tuoi occhi su di lei mentre altre forze se la portano
via mentre altre storie la richiederanno.

Lo degnerai di un attimo di utopia
perchè cos’è in fondo la felicità,

un’utopia che conferma le

proprie regole con istanti degni

di essere immensi.

Luca Pravato

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DIETRO L’ANGOLO



Ci sono giorni in cui ho il tempo di coglier belle frasi ad ogni angolo che svolto con i sensi.Sono dei brevi titoli di mondi che si stampano ad inchiostro…Il giorno seguente sai già che guardandoti il braccio nn sai dove sei stato ma le emozioni che provi potrebbero raccontarti tutto come delle comari nei giorni di festa.

“E con aria da commedia americana sta finendo anche questa settimana” dietro l’angolo c’è questo mondo che ti fa riflettere e nn tutti possono capire quanto é vera questa frase. Ma “questa luce trasforma il mondo in un giocattolo” .

La frase della settimana scorsa trovata nell’angolo più vicino a casa mia è stata ” il mondo è troppo imprevedebile per essere preso sul serio” questa si è tatuata e ci metterà un bel po’ ad essere ricoperta.

Dietro l’angolo che vorresti ci sono sempre belle sorprese che ti fanno divertire nel tuo bel gioco. E adesso dietro l’angolo vorrei trovare uno di quegli artisti un po’ stronzi e chiedergli:

– Com’è diventare vecchio e artista?

E la risposta:

– Tra un po’ lo Capirai anche TU-.

UNA DOMANDA MANCATA A MANUELA PAVESI

Manuela Pavesi si racconta, si descrive;

” Ma davvero interessa il mio passato? ”

Chiede lei.

” Io avevo nove zie…. ”

Stupore e interesse.

” …e mi  ricordo come era fatto il mio grembiulino di scuola, lo tengo ancora….”

Qualcuno chiede di ritornare a parlare delle zie.

”  Ma siete sicuri che vi interessa parlare di questo ”

” Si mi ricordo, trovai un tagliandino su un Vogue…da compilare e inviare per lavorare a Vogue Italia”

” Mentre studiavo psicologia all’università e sognavo di iscrivermi alla magistrale a Ginevra, la migliore università di psicologia…”

Ecco si parla di prozie, di vestiti di YSL, di personalità particolari dal punto di vista estetico.

” Io e Miuccia Prada  eravamo vestite uguali quel giorno….”

Si parla delle sue ossessioni per le divise.

” mi piace molto la divisa tracht… c’è un negozietto a Vienna…. ma non sono più come una volta…..”

Arriva il momento delle domande.

Vorrei farne una ma non ho il coraggio, probabilmente interessa solo a me e ci faccio la figuraccia.

Vorrei sapere come quei due anni da tutti trascurati di università, hanno influenzato il suo lavoro, come dall’interiorità studiata a psicologia si passi all’esteriorità della moda…come sarebbe se quel tagliandino non lo avesse mai spedito.

Non faccio questa domanda perchè probabilmente come molte volte mi capità, le mie domande sembrano fuori luogo e poco interessanti.  Quest’ ossessione per quelle che lei chiama “divise”, che sono modi di abbigliarsi che naturalmente lasciano intravedere il ruolo della persona che li indossa, è un modo di analizzare il carattere sociale, di celare e di dichiarare fatti della personalità. Una personalità eclettica e particolare. Parla e fa molte pause, non si riesce a capire se è così o fa così. La moda… più entro nelle viscere di questo mondo e più noto un grosso errore di pensiero e di approccio a quest’ arte, mestiere, fenomeno sociale o come la si vuol chiamare. Nessuno che si interessa alla parte più normale della sua vita, nessuno che si interessa alla Manuela che studia e che sogna un futuro da seria psicologa. Come sarebbe stata Manuela Pavesi psicologa? Io la immagino meno eclettica, una signora che fa meno pause quando parla, che veste una divisa da anonima psicologa, i capelli un po’ rovinati come una vera psicologa, una risata più contenuta. Probabilmente sarebbe stata una dottoressa famosa…la tenacia e l’ambizione, quelle no che non le cambi.

Sembra finita la conferenza c’è spazio per un’ ultima domanda, ma non ho il coraggio di far ascoltare a tutti una risposta che non le appartiene.

Ho visto una famosa personalità di moda, vestita alla moda, pensare alla moda, recitare la moda ed ho immaginato una persona così uguale nella completa contrarietà, vestita di abiti considerati meno cool, come quelli di un’ impegnata luminare di psicologia. Quello che sento, l’errore che trovo in tutto ciò, è l’approcciarsi alla moda con un estremo bisogno di sovvraccaricare e superdichiarare il significato di ciò che di significato non necessita. Le cose troppo autodichiarate possono far pensare alla necessità di mostrarsi più di quello che si è.

Io sono convinto che il bello della moda sia proprio questa utilità marginale quasi impercettibile, dove la moda è vestirsi, è divertimento, è sentirsi appropriati ( o non appropriati), è espressione di quello che si è. Fashion for Fashion’s sake.

PENSIONE

Mai in pensione…
Almeno così tutti mi dicono….
È triste da pensare e dopo tanti giorni di riflessione sono arrivato alla conclusione che…
La faccio ora la pensione…
17 17 di pomeriggio spriz, due chiacchiere con Bepi e toni… Due Cicchetti e ok… Ora i pensionati ascoltano “ai se eu te pego” mentre chiacchierano con la barista di turno… Io non posso perchè ne risulterebbe confusa…
Ora che faccio la pensione da giovane dovró pensare a cosa studiare da vecchio
E quando moriró? Si e quando moriró sarà una bella venuta.

io non sono morto

io non sono morto sono solo nervoso

 

Cioè…bhe…che dire… quindi?


Ooooo oooooo ohoohohoo

Somewhere over the rainbow…

Dovrei fare diverse cose , molto importanti , per me , sono veramente tante.

you dreamed of…..
Once in a lullaby ii ii iii
Somewhere over the rainbow
Blue birds fly………..      Si si ora comincio prima faccio questo… poi si mezzoretta per quello…. e infine

                             comincio l’altra cosa che finirò…….
Someday I’ll wish upon a star      quando la finirò? Aiuto non la finirò mai!!!

      …..cioè devo imparare perchè sono IGNORANTE….      me ee ee eeh
Where trouble melts like lemon drops
               quel cazzo di nome non me lo ricordo birtensok berentok non lo

        ricordo cazzo  perchè non me ne frega un cazzo     where you’ll find me oh
Somewhere over the rainbow bluebirds fly
And the dream that you             ma non voglio fare la figura di quello che non sa          dare to,why, oh why can’t I? i iiii

                 ma quale figura canta ignorante senti che pace             to myself
What a wonderful world

….Si ma mi rilassa troppo sto pezzo come si fa conoscere tanti nomi

e ignorare questa meraviglia…… Well I see skies of blue and I see clouds of white
And the brightness of day

…..
What a wonderful world

The colors of the rainbow so pretty in the sky…………
Are also on the faces y         uuuuuuuuuu  oooooouuuuuuu some……. over de rainb…. uuuuuuuuu
I see friends shaking hands
Saying, “How do you do?”
                    

                 ….cazzo bella questa ignoranza brividi ovunque questa ignoranza……                                                       love you
I hear babies cry and I watch them grow,
They’ll learn much more
Than we’ll know
And I think to myself
What a wonderful world (w)oohoorld
…..ascolto questa meravigliosa ignoranza tutto il pomeriggio…..

                        e la mia  poca voglia avrà una pace che pochi possono conoscere , me l’ha detto un muro,

……..presi dalla loro velocità…….

                                   ….questa  sarà la loro più grande ignoranza….

…imparate a godere o resterete tremendamente  ignoranti…..

Ooooo oooooo oooooo
Ooooo oooooo oooooo
Ooooo oooooo oooooo
Ooooo oooooo oooooo
Ooooo oooooo oooooo
Ooooo oooooo oooooo

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